RECENSIONE: L'UOMO CHE VOLEVA UCCIDERMI

Buongiorno a tutti! Come state? E come procedono le vostre letture? Io al momento sto procedendo parecchio a rilento, tanto che sto pensando di saltare la prossima puntata del www, anche se a malincuore. 
Però mi consolo pensando che sto per presentarvi la prima recensione di luglio! Mi sento sempre una brava blogger quando mi metto a scrivere le recensioni! 

TITOLO: L'uomo che voleva uccidermi

AUTORE: Yoshida Shuichi

TRAMA: In una fredda sera di dicembre, Ishibashi Yoshino saluta le amiche per andare a incontrare il suo ragazzo in un parco di Hakata, nella città di Fukuoka. Il mattino successivo, il cadavere della giovane viene rinvenuto nei pressi del valico di Mitsuse, un luogo impervio e inquietante: è stata strangolata. 
Chi ha ucciso Yoshino? Chi è l’uomo che doveva incontrare al parco? Perché la cronologia delle chiamate e dei messaggi del suo telefono cellulare racconta una storia diversa da quella che conoscono gli amici e i familiari?
La morte violenta di una giovane innesca un intreccio di narrazioni accomunate dal senso di solitudine, dalla difficoltà di vivere in una società sempre più complessa, dalla desolazione dei paesaggi urbani, dall’incapacità di amare.

Sono stata parecchio indecisa prima di scrivere questa recensione perché non è che abbia tantissimo da dire, ma è un libro che fa riflettere e alla fine ho deciso di condividere lo stesso con voi i miei pensieri.
Avevo grandi aspettative quando ho iniziato la lettura, è un libro che ho corteggiato da quando è uscito da noi, che puntavo tutte le volte che entravo in libreria e quando l'ho trovato in offerta sono praticamente uscita dalla libreria saltellando. Quindi sì, avevo aspettative alte. E, purtroppo, il libro non si è rivelato all'altezza. Non è stata una brutta lettura, sono stata comunque molto contenta di averlo letto e penso che un'occasione se la meriti, ma non era quello che mi aspettavo.
In parte è anche colpa della trama italiana, che è fuorviante. E, tra l'altro, il titolo non c'entra una beata mazza col libro. Non so se sia solo la versione italiana o se sia una traduzione letterale del titolo. Io non ci capisco un'acca di giapponese, quindi non posso giudicare. Però vi dico che il titolo inglese, Villain, è più calzante. 

Al di là del fatto che mi aspettavo una storia diversa, l'inizio della nostra relazione non è stata delle più felici, perché per le prime 20/30 pagine ho fatto parecchia fatica a trovarmi in sintonia con lo stile dell'autore, che mi sembrava lento ed eccessivamente prolisso. Nelle prime pagine ci fornisce un sacco di informazioni a mio parere inutili e ho fatto davvero fatica a lasciarmi prendere dal piacere della lettura.
Ma superato questo primo scoglio le cose sono migliorate notevolmente. Tanto migliorate, in effetti, che la cosa mi ha fatto sospettare un qualche problema nell'edizione italiana (o nella personalità dello scrittore! Sono entrambe teorie valide).

Questi sono i motivi principali per cui alla fine ho assegnato un voto abbastanza nella media al libro, ma è stata una lettura avvincente, soprattutto in certe parti anche se ha un ritmo abbastanza lento. Ho anche fatto fatica ad immedesimarmi nei personaggi, perché anche se abbiamo personaggi completamente diversi fra loro, hanno tutti una cosa in comune, chi più chi meno: vivono la loro vita lasciandosi trasportare, non c'è passione in loro, non c'è scintilla. Ed è una cosa abbastanza angosciante, lasciatevelo dire.

Ma la cosa degna di nota di questo libro è che tutta la storia ruota attorno a due personaggi principali: la vittima e il suo assassino, e l'autore crea questi due protagonisti con una tale precisione e verosomiglianza che diventano a tutti gli effetti vivi davanti ai nostri occhi. E che, nel raccontarci la sua storia, si finisce per provare simpatia e compassione per il carnefice e non per la vittima. Non voglio dire che la vittima si sia meritata di essere uccisa. Assolutamente no. E non è nemmeno quello che vuole fare intendere l'autore. Ovviamente nessuno merita di morire, tanto più che la protagonista non è un serial killer e non sacrifica gattini sull'altare di qualche setta satanica, cosa che potrebbe sollevare idee contrastanti, no, è una ragazza come tante altre. Non è ne buona nè cattiva. Però è stupida. E no, questo dovete concedermelo. Perché è vero che non merita di morire, è vero che non è colpa della vittima, ma è anche vero che praticamente è andata in giro con un'insegna luminosa sulla testa con scritto "ti prego uccidimi!". E tra lei e lui, quello che più mi ha fatto pena, quello per cui mi è dispiaciuto di più, è stato lui, il carnefice. Lui mi ha fatto una tenerezza infinita e penso che sia proprio questa la grande forza di questo romanzo, la capacità di riuscire a ribaltare così radicalmente la situazione.
E non fraintendetemi... non è il solito caso di "uccide perché da piccolo l'hanno abbandonato/maltrattato ecc...", perché è pieno il mondo di persone che da piccoli hanno subito le stesse cose (ahimè!) e non sono diventati assassini, quindi non la considero mai una scusante, e non è quello che l'autore ci propone (anche se l'infanzia di lui non è stata tutta rosa e fiori) però riesce a ribaltare completamente le carte in tavola. E alla fine ci ritroviamo dalla parte del colpevole. 

Sinceramente, anche se mi aspettavo tutt'altro, questo libro si è rivelato molto più profondo di quello che mi aspettavo e lascia davvero di più di quello che promette, il che non è mai un male. 
Ed è per questo che ho deciso di parlarvene, sperando di essere riuscita a non confondervi le idee!

Voto: e mezzo

E voi che mi dite? Conoscevate questo libro? O vi ispira?
Buone letture!
S.

Commenti

  1. No i libri "lenti" non fanno per me, nonostante sembri interessante per come ne parli. Il brutto di certi libri è che non rispettano le ns aspettative, anche se poi meritano per altre cose, la delusione dell'hype è tremenda XD
    Mi è successa la stessa cosa con Dammi mille baci!

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    1. I libri lenti non fanno impazzire neanche me, ma ogni tanto non mi dispiacciono. Ma tutto dipende dal libro :) E per le aspettative... è stato deludente, però non posso certo dare la colpa al libro. La sinossi italiana è fuorviante, tanto per cambiare! :(
      E mi spiace per Dammi mille baci!!!!!

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  2. Ti dirò: il titolo mi aveva colpito, ed ero abbastanza interessata, ma non sopporto quando il titolo italiano non c'entra niente!

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  3. non lo conoscevo ma non mi è venuta voglia di leggerlo

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    1. Il libro di per sè non è male, anzi come lettura non mi è dispiaciuta, ma è molto particolare...

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  4. Nonostante tutto sembra interessante... quasi quasi ci faccio un pensierino :)

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