BOOKISH WORLD #6

Buongiorno a tutti! Come state? Come procedono le vostre letture? E il vostro fine settimana? Io questa settimana non sono riuscita ad andarmene al mare e ho passato la mattinata immersa nelle pulizie di casa... non sono proprio una patita del mare, ma avrei preferito essere là piuttosto che a casa!!!!
Comunque, torniamo a noi... ho deciso di sfruttare questa rubrica per parlarvi di un libro che ho finito di leggere giusto ieri e di cui non voglio scrivere una vera e propria recensione perché è un classico e, non so voi, ma a me viene sempre male al solo pensare di scrivere una recensione per questo genere di libri, così ho deciso di barare e parlarvene in questa rubrica. Attenzione spoiler sparsi!!!



TITOLO: Il Signore delle Camelie

AUTORE: Alexandre Dumas figlio

TRAMA: "È da una galoppata in senso stretto che ha origine la fortuna della Signora delle camelie e, successivamente, della Traviata di Giuseppe Verdi. Un giorno di settembre del 1844, infatti, di ritorno da una passeggiata a cavallo Alexandre Dumas figlio si recò al teatro parigino dei Variétés, frequentato soprattutto da 'un'aristocrazia della galanteria' composta perlopiù da giovani mantenute e dai loro ricchi protettori. In quel variegato ambiente, quella sera, Dumas figlio incontrò la donna che avrebbe segnato la sua vita e la sua fortuna di romanziere. 'Era alta e sottile, scura di capelli, il viso rosa e bianco. Aveva la faccia minuta, occhi allungati di smalto, come una giapponese, ma vividi e fieri, le labbra d'un rosso ciliegia, i più bei denti del mondo.' Si faceva chiamare Marie Duplessis, ed era conosciuta anche per la voracità con la quale dilapidava i patrimoni degli amanti, alcuni dei quali famosi, come ad esempio Franz Liszt" (dalla Postfazione di Cinzia Bigliosi). Alexandre si innamorò dal primo istante di quella giovane, che avrebbe ispirato la protagonista della Signora delle camelie: una grande storia d'amore senza tempo, un libro che sarebbe diventato in breve tempo un classico della letteratura romantica. 

Vi avviso che più che una riflessione questo è un mio sfogo personale (quindi procedete a vostro rischio e pericolo!!!)

Iniziamo con le cose positive: sarà che io ai miei pregiudizi un po' ci sono affezionata, soprattutto quando si tratta di libri, ma io coi classici parto sempre prevenuta: mi aspetto sempre che siano noiosi, che siano scritti con uno stile pesante e che abbiano dei personaggi irritanti, come minimo.
E di solito prima di leggere un classico io ci giro parecchio attorno e mi accingo a leggerlo solo quando "è arrivato il suo momento". Detta così sembra una cosa minacciosa, ma in realtà dato il mio rapporto di amore/odio (di solito più odio che amore) con i classici, il mio approccio con loro è del tutto personale. Prima di decidermi a leggerne uno, inizio un lungo periodo di corteggiamento, che solo dopo molto tempo sfocia nella lettura. Lo so, non sono normale, ma tant'è. Con questo libro però non è stato così. L'ho preso sul consiglio del collega del PLI (Povero Libraio Ignaro) perché mi serviva un libro con almeno 100 anni più di me per la ibc. Sinceramente non volevo prendere questo, ma quando il libraio me l'ha consigliato aveva gli occhi sberluccicosi, così mi è sembrato crudele dirgli che non avevo intenzione di prendere quel libro che lo entusiasmava così tanto. E ieri ho deciso che era giunto il momento (avevo l'aria di una che stava andando al patibolo, ma ero decisa a dargli almeno una possibilità!).

E mi sono ritrovata catturata dalle sue pagine, tanto che l'ho letto in un pomeriggio (e va bene che non è un libro spesso, ma me ne sono comunque stupita perché avevo preventivato di metterci più o meno una settimana). Lo stile dell'autore è fluido e molto scorrevole e mi è davvero piaciuto molto.
Temevo di trovarmi davanti qualcosa di pesante e mattonoso e invece mi sono ritrovata davanti una lettura piacevole e scorrevole, che è riuscita a catturarmi e a tenermi incollata alle pagine.

Non ho trovato molto appassionante la storia, ma nemmeno noiosa, anche se è stato curioso vedere come dal 1800 ad oggi ci raccontiamo sempre le stesse cose. Ok, forse più che curioso è stato inquietante. Perché se Heatcliff è il padre di tanti personaggi della letteratura YA di questi anni, La signora delle Camelie è la storia da cui tutte le altre attingono a piene mani. L'unica cosa che cambia è il finale, perché in questo periodo alla morte della nostra eroina si preferisce (e per fortuna!) il lieto fine.

Ma la cosa che veramente mi ha irritato tantissimo sono i personaggi. Non fraintendetemi, non sono male caratterizzati (anzi, tutto il contrario), sono molto approfonditi e sfaccettati, complessi e descritti alla perfezione. E sono anche realistici. E allora di cosa mi lamento, vi chiederete voi! Beh... sono irritanti, tanto irritanti! Sarà che la mia predisposizione al romanticismo è praticamente nulla e che già non ho pazienza di mio, figuriamoci se riesco a trovarne per delle persone che si comportano come adolescenti in calore. 
Perché il punto è questo... siamo nel 1800 e i nostri protagonisti sono un giovinotto benestante ma non troppo ricco sui 24/25 anni e una mantenuta Parigina di 20/22 anni. Ciò vuol dire che ci troviamo davanti a due persone adulte: adulte perché a 20 anni sei adulto oggi, figuriamoci nel 1800! E adulti perché parliamo di due persone che vivono nella capitale, anzi nella CAPITALE, quindi dovrebbero essere abbastanza smaliziati e sapere come funzionano le cose.
Ebbene... no! Da una parte abbiamo il tizio che vede la mantenuta e se ne innamora subito, colpo di fulmine immediato (ed è anche tenero, da giovanotto di mondo si trasforma in ragazzino impacciato con la lingua attorcigliata che riesce ad arrossire e ad impappinarsi per la qualunque non appena gli viene presentata la donzella) ma per un sacco di tempo non si concretizza e la ama da lontano (con lievi punti di stalkeraggio qua e là, ma è innocuo, davvero!).
E c'è lei, giovane, bella, abituata al lusso e a veder soddisfatto ogni suo più piccolo capriccio. E che si diverte un sacco a mettere in imbarazzo i giovinotti che sembrano così innocentini e candidi.

Ora, dopo anni di amore vissuto da lontano per lui e di beata indifferenza di lei i due riescono a trovarsi assieme. Lui si dichiara subito, la ama, sarebbe disposto a fare qualsiasi cosa per lei, no, sono seria, davvero la qualsiasi, basta che lei si lasci amare. Lui vive solo per poter far contenta lei. Farà il tappetino, la stuoia su cui passeggiare, basta che lei gli dica di sì.
Lei (che ricordiamoci tutti, è una mantenuta!!!) si lascia convincere ma gli dà delle condizioni: che lui sia discreto, che faccia sempre quello che le dica lei e che non le rompa le scatole (ok, le parole che usa non sono queste, ma il significato c'è). 
E lui acconsente. Ve lo dovevo pure dire?! Comunque, fin qua tutto a posto... certo, ci sono le basi per il disastro ma se si gioca bene le sue carte magari il ragazzo ce la fa.
Tempo zero e lui manda in fumo le nostre speranze. Scene di gelosia, comportamenti che manco un bambino, fa praticamente i capricci e l'unica cosa di virile che gli resta è il nome. Manco più la dignità riesce a tenersi. E lei lo rimbrotta, fa la civetta e l'indifferente, ma alla fine lo perdona. Ripetete questa parte quanto basta, perché capita e ricapita e ricapita.
Poi la grande svolta! Finalmente riescono a dichiararsi amore imperituro, si ritirano a vivere in campagna e per un po' vivono felici e contenti nel loro piccolo mondo privato. Lei arriva addirittura ad impegnare e vendere le sue proprietà (mobili, cavalli, gioielli, ecc...) per riuscire a vivere con lui in una piccola casetta a Parigi, in modo da poter continuare il loro piccolo idillio. Ma tornano a Parigi e la realtà bussa prepotente alla porta. 
Il padre di lui decide di sacrificare la felicità del figlio a favore di quella della figlia: la figlia sta per sposarsi, ma il fatto che il fratello viva con una mantenuta è una macchia sul nome della famiglia e il promesso sposo minaccia di ritirare la proposta. Quindi il fratello deve tornare sulla retta via. Posso anche capire il padre, ma se fossi in Armand alla fine mi incazzerei parecchio col padre, perché dai... sacrificare un figlio per l'altro può anche essere razionale, sotto certi punti di vista, ma se sei il figlio sacrificato le scatole ti girano, eccome se ti girano!!! ma lui no... alla fine del libro praticamente è un santo che aspetta solo il martirio.
Comunque... il padre prova a convincere Armand a mollare Marguerite, ma lui proprio non ne vuole sapere. Allora cosa fa la vecchia volpe? Aggira il figlio e va a parlare con la mantenuta: se davvero ami mio figlio non lasciare che si rovini così la vita, e poi mia figlia si deve sposare. Quindi per piacere martirizzati, rovinati la vita, manda in depressione mio figlio, insomma, distruggi due vite al prezzo di una, e muoviti che mia figlia si deve sposare.
Ovviamente Marguerite cosa fa? Al grido di "Non sarò mai abbastanza per te, sono una peccatrice e non ti merito!" molla il suo Armand e torna a fare la mantenuta.

Soluzione? Padre felice e contento, figlia si presume sposata, lui depresso cronico e lei tisica in punto di morte ma che ancora fa la bella vita. Ma non finisce qua! Lui continua ad essere ossessionato da lei quindi torna a Parigi e si trova un'altra mantenuta solo per far ripicca a Marguerite. Si fanno i dispetti come i bimbi dell'asilo fino a che lei, praticamente più morta che viva va a chiedergli di smetterla. Si riconciliano, fanno quel che devono fare, e il giorno dopo lui dà prova di gran signorilità facendo l'ennesima cavolata. (Vorrei farvi notare che per tutto il libro Armand manda lettere offensive a Marguerite, con l'intento di ferirla il più possibile e dieci minuti dopo aver mandato la lettera se ne pente amaramente e giura di non rifarlo più, mai più, mai mai più. Per poi rifarlo meno di dieci pagine dopo). Conclusione? Lei parte per Londra e lui se ne va dall'altra parte del mondo. Ma lei è ormai alla fine e torna a Parigi per morire, mentre lui non riesce a tornare in tempo. Tornerà a Parigi dopo la morte della ragazza e gli vengono consegnate delle lettere in cui viene spiegato il perché Marguerite l'avesse lasciato (insomma, viene fuori l'intrusione del padre).

Non è una storia d'amore, perché di amore non ne ho visto. Non nel senso di amore romantico, di amore di coppia. C'è lui che si innamora di un'idea: l'idea-Marguerite, la giovane casta e pura. Ma lei non è casta e pura, lei fa la mantenuta per la miseria! E ha uno stile di vita per cui un amante solo non le basta. E questo viene anche spiegato molto chiaramente ad Armand, che però non sembra afferrare il concetto. Lui si è trovato una Maddalena ma è convinto, contro tutte le prove, di avere una Madonna. E non c'è verso di farglielo capire.
E per ogni professione di amore che esce dalle sue labbra le sue azioni lo sbugiardano, ogni singola volta: non c'è un caso che sia uno in cui lui le concede il beneficio del dubbio o una volta in cui lui si fidi di lei. Ma se ami qualcuno ogni tanto ti dovrai pur fidare, no? Se non ti fidi come cavolo fai????? 
Eppure no, è sempre colpa di Marguerite, mai una volta che si chieda il perché o il percome. E via coi dispetti stile bimbo dell'asilo.

E poi c'è Marguerite... lei dà prova di tener davvero ad Armand, perché lo stuzzica un po' ma non gli fa i dispetti come lui fa a lei e alla fine sembra davvero tenerci a lui, tanto che sacrifica il suo tenore di vita. Direi che fino a qua tutto va bene. Si rovina quando ascolta il padre e decide di mollare Armand senza dirgli nulla: se ami qualcuno non gli porti via tutte le scelte, a meno che tu non sia sua madre. Le madri si arrogano spesso il diritto di scegliere per i figli, perché loro sanno cosa è meglio per loro (non sono parole mie, eh!), ma le amanti dovrebbero dimostrare di considerare il proprio compagno come una persona adulta e non come un bambino, per la miseria!!! Anche se, a difesa di Marguerite, dobbiamo riconoscere che è davvero difficile considerare Armand una persona adulta dato che oscilla continuamente tra bambino dell'asilo e adolescente romantico (nel senso di umorale tendente al depresso... insomma romantico alla Werther e non alla sole cuore e amore).

Capisco che può sembrare dissacrante ma per me tutto questo è stupido! E non è colpa dell'autore o del libro di per sé, perché la cosa che mi irrita è che è tutto "vero" (non tanto per la parte autobiografica della storia, ma vero perché è realistico, spesso siamo noi che per stupidità ci infliggiamo sofferenze e patimenti. So che è profondamente ingenuo ma per me è veramente stupido! E uno spreco). Quindi avevo bisogno di sfogarmi un po', perché è una lettura che mi è piaciuta molto, ma che mi ha anche irritato oltremisura.

Se siete arrivati fino a qua grazie mille! E complimenti!!
Buone letture!
S.

Commenti

  1. I classici hanno spesso la capacità di colpire forte, e alla fine ti ritrovi ad apprezzare e consigliare un libro che avresti buttato contro il muro una pagina sì e quella dopo pure XD

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  2. Non ho letto per intero per evitare spoiler. Solo ieri ho trovato un motivo che mi invoglierebbe a leggere questo classico, non vorrei gettarlo subito via :)
    Sono qui perché twitter continua a consigliarmi il tuo account, allora ho deciso di fare un giro (che approfondirò una volta al pc, dal telefono è scomodissimo).
    Quindi un saluto, per ora ^^

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    1. Ciao! Spero che si riveli una bella lettura, nonostante il mio sfogo mi è davvero piaciuto :)
      E benvenuta!! :)

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  3. Ciao! Mi dispiace un sacco che ti abbia irritato! E' uno dei miei libri preferiti, e trovo che l'amore contenuto sia quasi disarmante, fortissimo e che rende i protagonisti stupidi...
    Vorrei spendere un paio di parole in suo favore, please :(
    C'è da dire che nonostante siano adulti, la loro situazione non è per niente facile! Se hai rapporti con una mantenuta in quel periodo e crei scandali, sicuramente la società ti rigetterà, e se lo fa non è mai una cosa piacevole :/
    Poi Armand si è comportato come un cretino perchè non è abituato agli atteggiamenti civettuoli delle prostitute, e non si da pace finchè lei non cambia vita (in maniera decisamente stupida, ok convengo ahahah)
    Comunque sarà perchè amo i classici e ne ho letti davvero tanti che la storia non mi ha irritata, anzi, mi sembra abbastanza normale l'atteggiamento sia di Armand che di Marguerite - anche se per noi risulta assurdo :D
    Comunque capisco i tuoi punti, e per certi versi concordo con te :)
    P.s. è vero che molti prediligono il lieto fine, ma io adoro i libri in cui non c'è ahahahah
    P.p.s. AMO IL TUO LIBRAIO IGNARO, VOGLIO CHE IL MIO MI CONSIGLI LIBRI! *.*
    -G

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    1. Ciao! :)
      Ovviamente sei incoraggiata a spendere paroline in suo favore!!! :)
      E quello che dici ha perfettamente senso (e il libro è comunque piaciuto anche a me, nonostante tutto quello che ho scritto) ma per me l'irritazione è stata veramente la parte predominante :)
      E il mio libraio con me si è guadagnato il paradiso :P quando mi consiglia dei libri per la challenge che seguo con la sua libreria lo faccio letteralmente impazzire! :P

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  4. Letto questo classico e concordo con te sull'irritabilità dei personaggi. Una caratterizzazione impeccabile, così nel dettaglio che dopo un po' gli ho trovati quasi pesanti a dire il vero ...più continuavo a leggerlo e più aspetti salvano fuori! PMarguerite l'ho trovata molto vera nel contesto, nella vita che conduceva e nella speranza di volerla abbandonare una volta per tutte ma di essere ormai sommersa fino al collo. Lo stesso non si può dire di Armand che avrei preso a schiaffi una pagina si e una no, così impulsivo, incoerente e troppo ingenuo in amore.
    Mi è piaciuto alla fine, ma non come speravo, ero partita con altre aspettative XD

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    1. Direi che concordo in pieno (soprattutto sul prendere a schiaffi Armand! ;P)

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