RECENSIONE: MACERIE
Buongiorno a tutti! Come state? Rieccomi con una nuova recensione, questa volta di un libro che ho letto grazie all'autore, che me l'ha gentilmente inviato. Si tratta di un libro di un autore nostrano che vi presento subito:
TITOLO: Macerie
AUTORE: Claudio Piras Moreno
EDITORE: VandA.epublishing
PAGINE: 190
SULL'AUTORE: Claudio Piras Moreno nato a Lanusei nel 1976, è attore, poeta e scrittore. Ha svolto i lavori più disparati. Attualmente collabora con la compagnia teatrale La Nuova Complesso Camerata di Bruno Venturi e Oreste Braghieri, e con la regista Pierangela Calzone.
Ha pubblicato Il crepuscolo dei gargoyle (novembre 2011 fantasy scritto però a sedici anni), Il Signore dei sogni (luglio 2011 romanzo filosofico), Mare di ombre (giugno 2013 raccolta di poesie) e L’icore umano (novembre 2012 racconti), il racconto che dà il titolo a quest’ultima raccolta ha vinto il secondo premio nel concorso “Lettere in aria” (2011). L’autore ha inoltre ricevuto menzioni speciali ed è stato pubblicato in antologie di poeti contemporanei. Nutre un forte interesse per la letteratura, la filosofia e l’economia. Per anni ha praticato karate e trekking.
TRAMA: Durante un’alluvione una frana distrugge il paese di Antro e con esso svanisce ogni possibilità per Pietro di ricordare il proprio passato. Mentre tra le macerie ancora si scava, i sogni lo tormentano e lo guidano. Egli allora torna ad Antro e vi trova un ultimo superstite: Antòni. Se lo porta a casa, convinto che costui possa rendergli il passato, ricomponendo la sua storia e quella del paese. Si succedono i racconti “delle genti” ormai scomparse. Storie drammatiche e poetiche, difficili da credere, perché non tutto corrisponde a quanto i superstiti rammentano. Chi è allora Antòni? Mente dunque quando dice di parlare con i fantasmi di Antro? Difficile dirlo, ma pian piano le sue parole paiono indicare una via di redenzione per un’umanità colpevole e innocente insieme.
Ed ora tocca a me!
Bene, ora che vi ho fornito tutte le informazioni del caso mi sa che ora tocca proprio a me.
Inizierei dallo stile, che mi è piaciuto molto. Certo, secondo me avrebbe giovato di un'ulteriore limatina, in qualche punto scricchiola un po', ma è giusto un'impressione lieve, che non impedisce di godersi lo stile molto particolare dall'autore. Penso che sia proprio la cosa che più mi è piaciuta del libro e che mi ha ricordato, vagamente, un altro autore, che non apprezzo particolarmente, ma di cui apprezzo lo stile: Mauro Corona. Non saprei puntare il dito su qualcosa di preciso, ma l'impressione generale mi ha ricordato questo scrittore.
E per darvi un'idea vi lascio due citazioni che mi sono piaciute particolarmente:
"Chi soffre è l’essere più egoista che ci sia, non riesce a provare altre emozioni, a trasmetterne di diverse, diventa un ottuso propagatore di dolore"
"Il senso di colpa è una prigione senza misericordia.«Benché estraneo mi sono caricato d’ogni loro aggravio e un giorno si dirà di me che ero uno di Antro, non uno straniero, e che vissi per sostenere il peso delle colpe di coloro che non furono in grado di portarlo. Io sono consapevole che sentirsi responsabili non significa per forza essere colpevoli, mentre essere ritenuti tali vale quanto esserlo;"
La storia affronta diversi temi, tutti interessanti e tutti attuali: parla delle catastrofi naturali, che oggigiorno si abbattono un po' dovunque, sia nel nostro Bel Paese che nel resto del mondo (alluvioni, frane, terremoti, ecc...), parla delle conseguenze di queste catastrofi, dei paesi annientati e distrutti, ma parla anche dei sopravvissuti e dei morti, della memoria, del ricordo di chi non c'è più e di come chi invece c'è ancora prova ad andare avanti.
Ed è proprio la memoria a costituire uno dei punti focali del romanzo: la maggior parte delle pagine non ruota tanto attorno al paese distrutto (che ovviamente è un'ombra sempre presente nella narrazione), né a come i sopravvissuti si stiano adattando a questa nuova situazione (anche se questo tema è comunque presente) ma ruota attorno alla memoria di coloro che non ci sono più, che grazie alla voce del sopravvissuto per eccellenza cercano di trovare un riscatto dalle colpe (vere o presunte) ma soprattutto cercano un riscatto da una vita che è più tiranna che altro. E, attraverso la voce del loro araldo cercano perdono, compassione e, soprattutto, comprensione.
La voce più forte, quella che spadroneggia, esce da labbra vive ma è la voce dei morti, di tutti coloro che la frana ha spazzato via, di tutte le vite spezzate che raccolgono l'unica occasione che mai gli si presenterà per farsi sentire ancora una volta.
La memoria, dunque, in molte sue sfaccettature, ma soprattutto nel suo ruolo catartico. Ma c'è anche il tema della sopravvivenza, di chi si trova vivo ma sospeso in un limbo, perché tutta la sua vita non esiste più, anche se respira ancora, cammina, parla, mangia, sente e vede, ma tutto gli appare estraneo, quasi nemico. E c'è anche il tema della colpa: ci sono le colpe dei morti, (che cercano appunto riscatto, perdono e comprensione) ma ci sono anche le colpe generali, di un'umanità che non fa più caso alla Natura, che la maltratta, la sevizia e ne abusa a suo piacimento e poi non riesce ad affrontarne le conseguenze.
Molteplici i temi presenti e tutti interessanti, degni di riflessione e di attenzione e bello lo stile in cui il tutto ci viene presentato. La storia di per sè è interessante e il punto di vista che ci viene offerto è originale e ben sviluppato.
L'unica pecca, a mio avviso, è la staticità del tutto: ovviamente quando a parlare sono i ricordi è un altro discorso, ma i tempi morti per me sono proprio morti. Sinceramente non saprei suggerire una soluzione alternativa e non mi viene in mente un modo diverso per risolvere il problema, perché quello adottato dall'autore è, molto probabilmente, il sistema più adatto alla storia, al suo sviluppo e al tenore generale della narrazione, ma è comunque l'unica cosa che non mi è piaciuta molto del romanzo, e che mi ha reso, di quando in quando, la lettura un po' più pesante.
Non è certo un libro leggero (pur essendo scorrevole) né allegro, ma è stata una piacevole ed interessante lettura.
E voi, cosa ne pensate? L'avete letto? O vi ispira?
Buone letture!
S.
Sembra un libro davvero interessante. Bella recensione, mi hai convinta a cercarlo con un po' più i convinzione ;)
RispondiEliminaSì, è una lettura interessante :) Grazie mille *__*
EliminaBella recensione ^^ il libro mi incuriosisce molto e lo avevo adocchiato da un po', credo che lo aggiungerò alle mie letture estive!
RispondiEliminaGrazie mille! :) Se lo leggi fammi poi sapere cosa ne pensi :)
EliminaNon conoscevo affatto questo libro e ti devo fare i complimenti perché la recensione è davvero bella, però non è che mi hai tanto convinta a leggerlo ahahah ;)
RispondiEliminaOh, grazie mille! *_*
EliminaBeh, diciamo che non è una lettura allegra e spensierata :P però non è male :)
Grazie Siannalyn della recensione, sei stata molto precisa e attenta. Per quanto riguarda le note stonate, ovvero quelli che tu hai individuato come tempi morti, come tu stessa hai intuito, erano inevitabili. Anche se io non li ritengo così morti, per me quei momenti del libro agiscono su piani diversi. Inoltre, l'obbiettivo del romanzo è sensibilizzare verso determinate tematiche, che tu (tra l'altro) hai avvedutamente individuato. E questo obbiettivo lo portato avanti creando a contorno della storia centrale un'atmosfera sul malinconico e incantato, giocando sulle immagini. Le descrizioni sono vere e proprie proiezioni di immagini atte a suscitare anch'esse stati d'animo. Nei tempi morti della storia quindi, viene narrato dell'altro, viene presentata la natura, la memoria; vengono richiamati dei valori per me fondamentali... Ringrazio a priori chiunque abbia voglia e interesse di leggere questo romanzo che parla di molte cose tutte insieme, e parla di noi, come individui e come esseri umani, nelle nostre grandezze, ma anche nel nostro trascinarci tra le nostre stesse macerie.
RispondiEliminaGrazie a te per avermi permesso di leggere il libro :)
EliminaNon l'ho segnalato nella recensione, ma effettivamente "l'atmosfera tra il malinconico e l'incantato" ti è riuscita veramente bene (o almeno, per me sei riuscita a renderla molto bene). :)
Anch'io l'ho letto. A me è piaciuto molto, anche se ammetto che in un paio di occasioni mi sono perso. Però avevo già deciso di rileggerlo, per due motivi: il primo è che l'ho letto in un periodo in cui non ero mentalmente predisposto a letture impegnate; il secondo è la stima che l'autore s'è guadagnato col suo precedente lavoro, Il signore dei sogni (che ho apprezzato di più).
RispondiEliminaCon questa bella recensione, Siannalyn, mi hai dato la spinta per farlo subito ;)
Effettivamente è una lettura un po' "impegnata" e se non si è nel "periodo" (o stato mentale, o comunque uno lo voglia chiamare) adatto si fa un po' fatica :) Però penso che ne valga comunque la pena e sono contenta che la mia recensione "sia servita a qualcosa" :P
EliminaAllora vi ringrazio tutti, anche te Antonio!
RispondiEliminaPs nel mio precedente messaggio ho visto un refuso molto brutto a vedersi, spesso il mio computer mentre scrivo fa dei salvataggi e quindi non mi trascrive alcune lettere digitate, solo così posso spiegarmi quel "lo portato". Colpa mia che non mi sono riletto il messaggio...
Non ti preoccupare, sono cose che capitano!!! :)
EliminaAh, poi volevo dire, Macerie, secondo la definizione che ne ha dato Mattia Signorini che è stato il mio editor è una sorta di Antologia di Spoon River romanzata, questo per farvi un'idea...
RispondiEliminaEffettivamente non è un paragone sbagliato :)
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